Hunger Games: it’s more than just a piece in
their games.
Ho deciso di utilizzare
questo blog per scrivere qualcos’altro oltre ai miei racconti/al mio libro,
perciò eccomi qui.
Oggi voglio dire la mia su Hunger Games.
Ho letto i primi due libri l’anno scorso e ho
impazientemente aspettato il film, come la maggior parte dei fan ha
probabilmente fatto in questi mesi. Lo sono andata a vedere lo stesso giorno
che è uscito, il primo maggio.
Ho letto anche molte recensioni che sono state lasciate
al film, alcune mi hanno lasciata basita, altre mi hanno fatto riflettere: il
paragone che tutti portano (per confutarlo o per sostenerlo) rimane quello alla
Twilight saga, nonostante la relazione tra le due storie mi pare un po’
forzata.
Per quanto l’amore del triangolo Peeta/Katniss/Gale possa
sembrare solo un altro modo di attirare il pubblico giovanile all’interno della
nuova moda, non mi trovo affatto d’accordo nel mettere in relazione i quattro
libri di Stephanie Meyer con la trilogia di Suzanne Collins.
Infatti, mentre nella prima l’amore impossibile è il
fulcro dell’intera storia, nella saga della Collins la colonna portante
rimangono i giochi, la situazione sociale, politica ed economica all’interno di
Panem, le rivolte e la sottomissione dei Distretti, avvolti nel terrore e nella
povertà. La stessa Katniss, protagonista di questa storia, si ritrova più volte
a dire di non avere tempo per l’amore, di non riuscire a provare quel
sentimento all’interno di un incubo così grande e della paura che avvolge l’intera
saga. Si ritrova persino ad affermare di non desiderare figli per non
condannarli a partecipare agli Hunger Games. Insomma: o si aprono gli occhi e
si coglie la profondità dei temi trattati con più riguardo, oppure tanto vale
che ogni saga contenente quel pizzico di amore tra due persone venga comparata
a Twilight con lo scopo di “abbindolare” le giovani adolescenti.
Quando leggi Hunger Games – a meno che tu non sia una di
quelle che chiamo “false” fan – non ti metti a crogiolarti al pensiero dell’amore
imperituro di Peeta o quello ferito di Gale e a chiederti chi dei due Katniss
alla fine sceglierà: ciò che ti coinvolge di più è l’azione, il susseguirsi
delle rivolte, le minacce che la protagonista subisce e la conseguenza che ogni
gesto può portare. Qui vengono trattati temi come la fustigazione, la
sottomissione, la superficialità e la cecità di persone che vengono ammaliate
dalla bellezza esteriore, la politica crudele e infima a capo di Capitol City,
l’ingenuità di coloro che non vedono oltre al proprio Distretto.
Questi sono i temi importanti di Hunger Games, questo è
ciò che Suzanne Collins voleva trasmettere; è chiaro che l’amore ha comunque
una rilevanza all’interno della storia, ma come ce l’hanno tutte le altre saghe
fantasy, in un modo o nell’altro. Ed è apprezzabile, invece, come la Collins
abbia saputo non solo trattare l’amore tra due ragazzi, ma anche quello tra due
sorelle, quello scalfito tra una madre troppo debole e una figlia troppo forte,
quello tra due persone che non sono amiche ma si ritrovano compagne dello stesso dolore all’interno dell’arena.
Che poi il film abbia deluso per certi aspetti rimane, a
parer mio, un’opinione strettamente personale. I temi sicuramente son stati
trattati con un po’ più di leggerezza – probabilmente anche per evitare che il
film fosse vietato ad un pubblico più giovane – di quanto forse ci si
aspettava, ma non per questo bisogna arrivare a paragonare la cruente realtà di
Hunger Games con i cuori spezzati di Twilight. Anch’io ho trovato da ridire sul
film e non ne sono rimasta completamente soddisfatta, però non sopporto leggere
che la storia sia solo un’altra trovata per gli ormoni delle quattordicenni. Si
vede che non avete letto il libro: la narrazione è tutt’altro che ormoni. È
ansia, è paura, è suspance, è voglia di leggere tutta la notte per scoprire se
quel qualcuno sopravvivrà. Probabilmente una delle pochissime innovazioni che
troviamo nella cultura d’oggi. Forse dovreste leggere prima i libri e poi
guardare i film per capire certe cose.
Ragazzi, se poi trovate che ogni amore sia commerciale,
allora è meglio che ci chiudiamo ai ripari e che costringiamo i nostri cuori a
smettere di battere, perché rischieremmo tutti di diventare solo un altro pezzo
nel gioco del mercato.
Detto questo, aspetto impazientemente Mockingjay. E non
per sapere chi Katniss sceglierà, sinceramente. Voglio sapere se il regime di
Capitol City crollerà, chi perderà ancora la vita, quali rivolte riusciranno a
prendere forma. Voglio sapere se la ghiandaia imitatrice riuscirà a riportare
la pace a Panem. Ed è quello che tutti i lettori penso si chiedano.
E ricordate:
- Sempre meglio un
LIBRO di un film. Giudicate la STORIA dal LIBRO. E poi avete il diritto di
portare avanti le vostre idee con le OPPORTUNE argomentazioni. Altrimenti
giudicate il FILM e NON la TRAMA narrata.
Felici Hunger
Games, e possa la buona sorte essere sempre
a vostro favore!