Per quanto all'inizio non mi ispirasse molto - mi è stato regalato Red per puro caso - proseguendo con la lettura me ne sono innamorata sempre di più. Gwendolyn Sheperd è una protagonista che mi piace, che mi ha interessato molto e che mi rimarrà sicuramente sempre impressa. Anche se, a dire la verità, non è il mio personaggio preferito. Il mio preferito, ancora una volta, è quello più divertente, che viene fuori per la prima volta solo nel secondo libro.
"L'istinto mi dice che avete di nuovo pomiciato," osservò Xemerius. "L'istinto e la mia vista acuta.""Sciocchezze," replicai, al che Xemerius scoppiò in una fragorosa risata. "Credi a me, bazzico questa terra dall'XI secolo e so riconoscere una ragazza che si è rotolata in un fienile."
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L'adorabile Xemerius,
in tutto il suo fascino. |
Esatto, sto proprio parlando di Xemerius, il fantasma-doccione-demone che accompagna Gwendolyn aggiungendo alla trilogia quel pizzico di divertimento e sorrisi che di sicuro nel primo libro mancavano.
Lui è incredibilmente buono: accompagna la protagonista sempre, quando piange, quando ride, quando è insopportabile.
Lui c'è, e sa sempre come regalarti il sorriso.
Bisogna spezzare una lancia a suo favore, dico davvero!
Per quanto riguarda gli altri, mi è piaciuto particolarmente anche il fantasma James Pimplebottom, che ho trovato adorabile anche nella sua pomposità di perfetto inglese. Diciamo che essenzialmente tutti sono comunque resi bene, anche se io ho un amore per i personaggi secondari. Un personaggio secondario che ti rimane impresso vale dieci volte il protagonista, come dico sempre!
Proseguendo ancora nel mio meravigliosissimo scaffale, ci sono i libri di un'altra saga ancora, che in questo periodo ha decisamente sfondato: The Hunger Games di Suzanne Collins.
Avendolo letto un anno prima dell'uscita del film, credo di essermelo goduto in maniera diversa confronto a coloro che l'hanno scoperto solo questo maggio (praticamente in contemporanea con l'uscita del terzo libro). Mi sono appassionata lentamente e ho avuto ansia per mesi e mesi prima di andare davanti al grande schermo e prima di leggerne la conclusione.
A proposito della conclusione, a contrario di quello che dicono tantissimi altri, io devo dire che il terzo libro (SPOILER! - a parte per com'è stata poco trattata la morte di Finnick, per la quale avrei apprezzato un maggiore riguardo - FINE SPOILER) mi ha soddisfatta moltissimo. L'ho trovato crudo e reale. E proprio per questo, geniale e meritevole in tutti i modi possibili.
Per la prima volta devo dire che il mio personaggio preferito è uno dei principali, sapete?
"Quando arriverà il momento sono sicuro che ucciderò come chiunque altro. Non posso darmi per vinto senza combattere. Solo continuo ad augurarmi di trovare un modo per... per dimostrare a quelli di Capitol City che non sono una loro proprietà. Che sono più di una semplice pedina."
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Josh Hutcherson as Peeta Mellark
nel film "Hunger Games". |
Esattamente, parliamo di
Peeta Mellark!
La sua
dolcezza, il suo essere completamente
umano all'interno dei giochi, il suo
amore imperituro nei confronti di Katniss... lui è un
dente di leone in primavera, la speranza nel fuoco che brucia.
La sua celeberrima battuta - che in inglese rende molto di più -
"I'm more than just a piece in their games," mi ha conquistata sin da subito.
Ho trovato il suo
SPOILER! cambiamento nel terzo libro crudo e devastante. Ho pianto in ogni punto de
Il canto della rivolta sperando di veder tornare tra le pagine la dolcezza tipica di Peeta che ci aveva conquistati fino ad allora. Inutilmente, come ben sa chi l'ha letto.
FINE SPOILER.
Hunger Games è senza dubbio la saga che preferisco dopo
Harry Potter, per ora. Il fatto è che in
Hunger Games - come ho scritto nel post dedicato alla recensione del film - è semplicemente unico, tratta di un
futuro distopico in maniera crudele e reale, non lascia spazio alla fiction, al surreale: mantiene i toni di guerra e la speranza è ridotta all'osso in varie parti della saga. Non è quindi un romanzo per bambini, tutt'altro: persino il triangolo amoroso che tanto viene proclamato non ti prende così tanto - a parer mio - come la situazione politica e sociale di Capitol City e dei vari Distretti.
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Se Haymitch approva,
stai facendo la cosa giusta
(o ti stai ubriacando per bene). |
Devo dire che ho adorato anche Finnick - chi
non adora Finnick? - ma soprattutto
Haymitch.
Sì, perché oltre ad essere il
miglior alcolizzato di sempre - pagherei per andare agli Alcolisti Anonimi con lui! - ha avuto anche lui i suoi dispiaceri. E non solo, si dimostra geniale, intelligente, carismatico... insomma, un personaggio
unico nel suo genere.
Ho avuto paura delle
rose del Presidente Snow, lo ammetto.
Ho avuto paura quando arrivavano gli
hovercraft.
Ho pianto alla morte di
Rue, di
Cinna e di... beh, di tutti quelli del terzo libro, specialmente per Prim.
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Io che mi dispero dopo la lettura de
Il canto della rivolta. |
In particolare Il canto della rivolta per me è stato un trauma continuo, un po' per tutti i personaggi, per i cambiamenti che la guerra portava loro.
Anche se non perdonerò mai alla Collins il finale un po' troppo sbrigativo e poco commemorativo che ha scritto. Era stupendo fino alla fine, poi sono stata a
disperarmi giorno e notte per ciò che mi ha lasciato un vuoto.
Suzanne Collins, ancora devo capire se ti amo o ti odio.
Concludendo anche con
Hunger Games - e mi costa farlo, potrei parlarne per ore! - nella mia libreria ci sono altri quattro libri che affiancano la mia "collezione di saghe".
Sto parlando della saga di
The mortal instruments, in italiano tradotta barbaramente come
Shadowhunters di
Cassandra Clare.
Questa saga, attualmente ancora in corso, a me è piaciuta molto, nonostante io ritenga che tra i primi tre libri e il quarto ci sia una grande differenza e uno "stacco" notevole.
Personaggio preferito? Beh, ce n'è uno solo che per me può ricoprire quel ruolo.
"Però, Magnus, non me l'hai mai detto. Non mi hai mai avvertito che sarebbe stato così, che un giorno mi sarei svegliato e mi sarei accorto di star andando in una direzione che tu non potevi seguire. Non mi hai mai ricordato che siamo essenzialmente diversi. Non c'è "finché morte non vi separi", per chi non muore mai."
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Un bell'Alec Lightwood. |
Sì, sto parlando proprio di lui.
Alec Lightwood.
Con i suoi capelli neri e gli occhi azzurri, con il suo essere a volte scontroso, ma sempre un po' impacciato.
Col suo
amore impossibile e le sue
insicurezze. Con la sua voglia di proteggere il suo
parabatai più della sua stessa vita, con il suo originalissimo
coming-out che mi ha rubato il cuore. In realtà amo così tanto Alec perché in lui mi riconosco tantissimo - non che io abbia problemi di coming-out, questa è l'unica cosa che ci differenzia... - e insomma, è il mio alter ego per eccellenza. In assoluto. Potrei chiamarmi
Ericalec Lightwood.
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Magnus Bane e Alec Lightwood
impegnati in un bacio appassionato. |
E poi, dobbiamo dirlo... quale altra coppia è migliore di quella formata da
Alec Lightwood e Magnus Bane? Probabilmente i due opposti per definizione, bisogna dirlo, ma nessuno come loro ti fa emozionare, ne sono certa. Sono la prima coppia gay che verrà trasportata in versione cinematografica in un fantasy, e sono la migliore in assoluto c'è poco da dire.
E poi anche nella loro diversità, nell'essere uno Stregone e uno Cacciatore, un Immortale e un Mortale... ecco, loro sì, ti fanno fan venire gli
occhi a cuoricino. Specialmente in
Shadowhunters - Città degli Angeli Caduti, dove, dopo duecentoquaranta pagine in cui Alec e Magnus vengono solo nominati di sfuggita e non ci sono mai perché sono in vacanza in giro per l'Europa - e qui date sfogo alla fantasia e scriveteci fanfiction, vi prego, perché un fan
Malec va in crisi d'astinenza! - spunta fuori Magnus che, alla proposta della vampira Camille di stare insieme perché lei può dargli l'immortalità mentre Alec dopo qualche anno sfigurerà, risponde:
"You can give me the past, but Alec is my future."
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La mia reazione ad ogni scena Malec. |
[in italiano barbaramente tradotta: "
Tu puoi darmi il passato, ma il mio futuro è Alec."]
Well, come si può restare impassibili a tanto
ammmmore? Non si può, ecco la risposta.
Passando invece a parlare di altri personaggi - sennò scrivo solo di questi due
meravigliosi - diciamo che essenzialmente odio Clary, Simon lo sopporto solo alla fine del terzo/quarto libro, Isabelle mi sta indifferente, adoro
Luke e Jocelyn, che trovo stupendi,
Jace mi piace solo per l'importanza che ha per Alec, amo
Kyle e la sua storia con Maia, e ovviamente uno dei miei personaggi preferiti è
Max. Ma se parliamo di Max mi metto a piangere, quindi questo punto lo considero chiuso.
Ave atque vale!
Proseguiamo il nostro viaggio nella mia libreria - un viaggio che sta diventando lungo e noioso forse per voi, ma io mi sto divertendo un sacco - troviamo l'ennesima saga, aw yeah. Non chiedetemi perché ne ho così tante, mi piacciono e non posso farne a meno. Il fantasy è parte di me.
In realtà dopo Shadowhunters ho un unico libro (yep, chissà quando riuscirò a comprare il seguito!), ovvero Angel di L. A. Weatherly.
Devo essere sincera: secondo me la copertina non fa molta voglia di leggere il libro. Il che è un male: all'inizio mi ha inquietato un po' come immagine e non mi metteva tanta voglia di leggerlo, ma quella scritta (riuscite a leggerla? The only good angel is a dead angel) ispirava un sacco e quindi mi son convinta ad aprirlo. (Anche per non fare un torto a mia madre che era tutta contenta di regalarmi un libro appena uscito che iniziasse una saga fantasy.)
Angels Trilogy, a mio modestissimo parere, è un'idea molto originale. Rivisita innanzitutto l'opinione generale che ritiene gli Angeli delle bellissime creature che proteggono le persone e le aiutano, conferendo loro una connotazione negativa: in Angel gli Angeli (che gioco di parole...) sono i "cattivi", che vogliono impossessarsi dell'anima delle persone. Idea meravigliosa a mio parere, mi ha conquistata.
Personaggio preferito? Ovviamente l'unico e il solo Alex.
"Non dev'essere stato facile capire che gli altri non erano come te. Sapere di essere l'unica al mondo."
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Willow e Alex: una ragazza
mezza umana mezza
angelo e un Angel Killer. |
Sarà che ha i capelli neri e gli occhi azzurri, che si chiama
Alex, che è il suo passato è semplicemente una delle storie più tristi che io abbia mai letto, che il suo carattere e la sua diffidenza nei confronti di Willow mi hanno conquistata, comunque devo dire che per me è stato molto difficile non adorarlo.
Allo stesso tempo, anche
Willow, prima ragazza mezza angelo mezza umana, è una buona protagonista. Mi piace il fatto che sia esperta di meccanica e che non sappia cosa significa vestirsi alla moda, ma soprattutto adoro come usa il suo potere di sensitiva per aiutare le persone. L'episodio in cui predice il futuro della cameriera Georgia "sventando" il suo progetto di suicidarsi mi ha veramente colpito.
Una bella coppia: originale perché gli opposti. Lui è un
Angel Killer e dovrebbe ucciderla, invece se ne innamora. Povero Alex!
L'idea in sé, comunque, è bellissima. Non ho mai sentito parlare prima di angeli "cattivi" - magari anche perché non sono molto ferrata nell'argomento - e trovo che sia non solo originale, ma anche ben descritta e sfruttata all'interno di questo meraviglioso primo libro. C'è molta suspance, colpi di scena - a volte qualcosa si intuisce.
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Il seguito di Angel. |
L'unica pecca (chiamiamola così, più che altro è una situazione che mi son trovata io ad affrontare) secondo me è il cambio di persona nella narrazione.
Alcuni capitoli (a volte solo alcuni pezzi) sono narrati in terza persona per raccontare del punto di vista di Alex o dello spietato angelo Raziel, mentre la maggior parte della narrazione è in prima persona per il punto di vista di Willow. Ho trovato fastidiosi questi cambi - penso che sia meglio mantenere la terza persona se si deve affrontare più di un POV - ma magari ad altri invece hanno pure fatto piacere, quindi... beh, meglio che sto zitta e che aspetto di vedere come prosegue questa lotta contro gli Angeli.
Ultimo libro nello scaffale delle saghe è
Il trono di spade di
George R. R. Martin.
Vorrei dirvi qualcosa di questo primo volume de
Le cronache del ghiaccio e del fuoco, ma devo ancora leggerlo, lo ammetto. Quando l'ho comprato ho preso anche
in biblioteca
Guerra e pace di
Lev Tolstoj che, non essendo esattamente corto, mi ha impedito di riuscire a leggere questo per il momento. Lo farò non appena mi sarà possibile.
Sia chiaro, posseggo anche tutti i libri de
Il ciclo dell'eredità di Cristopher Paolini, de
Il signore degli anelli di J. R. Tolkien,
Septimus Heap di
Angie Sage e - ahimè! -
Twilight di Stephanie Meyer, però sono nella libreria di mia sorella, dato che sono i suoi preferiti. E quindi non li inserisco qui, anche perché ne ho ancora per un po' di cui parlare.
Concludendo con le saghe, quindi, passiamo ai libri singoli. Rimanendo sul fantasy, il primo libro che troviamo è uno dei miei preferiti - nonché uno dei miei primi. Sto parlando de
L'enigma di Epsilon di
Christine Morton-Shaw.
Semplicemente l'ho trovato ge-ni-a-le. L'avrò letto tipo qualcosa come duecento volte, e ancora mi cresce l'ansia e il panico come la prima. Per esser stato il primo romanzo per ragazzi dell'autrice, l'ho trovato molto ben scritto e brillante in ogni incastro. Le scene finali trasudano di suspance in ogni parola, e tutto il mistero che vige attorno alla vicenda ti conquista come poche letture, a mio parere, sanno fare.
Avril è una protagonista senza dubbio molto convincente e ben caratterizzata, anche se il personaggio che più mi ha entusiasmato è stato senza dubbio Epsilon. Perché?
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Io che tento di decifrare il codice Lumic. |
Innanzitutto per l'originalissimo modo che ha di apparire (intrufolandosi in una chat privata con il nickname
V, poi anche perché è avvolto dal mistero dall'inizio alla fine, tanto che temi persino che sia la parte sbagliata con cui stare e
Yolanda quella giusta.
Altro punto a favore di questo libro è stato senza dubbio il
codice Lumic. Ho un amore per i codici e per questo in particolare: ancora me lo ricordo tutto e so scriverci quando voglio intere frasi (l'unica pecca è che in tutto il libro non viene mai raffigurata la lettera
B). Un codice originale, con cui vengono scritte intere filastrocche, poesie e canzoni che bisogna decifrare per scoprire cosa sta succedendo alla madre di Avril.
Geniale, senza dubbio.
L'ho già detto che è geniale?
Trovo che sia una lettura meravigliosa a qualsiasi età, perché ti tiene con il fiato sospeso e proprio perché la presenza di questi continui enigmi da risolvere può interessare tutti. Sempre a mio modestissimo parere, sottolineo.
Continuiamo? Continuiamo!
Andando avanti cambio genere. Mi avventuro su... sì, sull'horror. Quindi, qual è il miglior autore dei romanzi horror? Il Re per eccellenza (e per cognome)?
Esattamente: nello scaffale ho tre libri di
Stephen King. Solo tre per il momento, li sto comprando piano piano, con pazienza ne avrò di più!
Parliamo di
Misery,
Duma Key e
Blaze.
Misery è stato il primo romanzo di Stephen King che ho letto, attirata dalla trama che vedeva come protagonista uno scrittore. Mi era stato oltretutto consigliato svariate volte da un'amica, quindi era d'obbligo che, appena visto in libreria ad un prezzo bassissimo, lo comprassi.
L'ho divorato in qualche ora, e devo dire che quando ci ripenso sono ancora un po' traumatizzata.
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Kathy Bates as Annie Wilkes
nel film "Misery non deve morire". |
Annie Wilkes è un cattivo per eccellenza. E' costruito in modo geniale e terrificante, la sua indole è quella di una madre affettuosa e contemporaneamente quella di un macellaio. Ogni volta che compariva io sentivo il cuore battere a mille e più di una volta mi son ritrovata a pensare: "Forse è meglio che io non diventi mai una scrittrice!"
Povero Paul.
Devo dire che sono contenta di non trovarmi al suo posto, non lo invidio per niente: drogato, amputato, rinchiuso e costantemente sotto terrore, cost
retto a scrivere per riportare in vita il personaggio che più ha odiato creare in vita sua.
"Perché gli scrittori ricordano tutto, Paul. Specialmente quello che fa male. Denuda uno scrittore, indicagli tutte le sue cicatrici e saprà raccontarti la storia di ciascuna di esse, anche della più piccola. E dalle più grandi avrai romanzi, non amnesie. Un briciolo di talento è un buon sostegno, se si vuol diventare scrittori, ma l'unico autentico requisito è la capacità di ricordare la storia di ciascuna cicatrice."
E' la mia citazione preferita in assoluto, forse perché mi ci so rispecchiare bene. Certo che non vorrei mai avere le stesse cicatrici di
Paul Sheldon, vedere arti di sé tagliati da una pazza psicotica che ha ucciso decine e decine di persone non dev'essere per niente bello.
Il finale, poi, mi ha traumatizzata - temevo che Annie non morisse più.
Proprio per la genialità e l'accortezza di
Misery ho deciso di proseguire con la lettura delle opere del
Re.
Duma Key è stata una lettura molto diversa confronto a
Misery. Innanzitutto il romanzo è tre volte più lungo, poi ci ho messo più di una settimana a leggerlo, lentamente. Questo perché nella prima metà il tono di narrazione è lento e calmo, a tratti troppo descrittivo per i miei gusti, e solo dopo la mostra (che è oltre la metà del libro) il ritmo si fa più incalzante - infatti da lì in poi l'ho letto tutto d'un fiato, trovandomi a mezzanotte con il cuore in gola e il terrore di vedere arrivare Perse.
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Io che invoco la pietà di Perse. |
Perse è un cattivo soprannaturale, si tramuta in bambola, in statuetta, ma soprattutto spinge le persone a disegnare, ad usare l'arte per farla uscire e farla portare via le persone. Perse è la
morte.
Perse non mi ha fatto dormire per giorni,
bloody hell.
La cosa più bella comunque di questo libro è stata senza dubbio la grandissima quantità di
frasi che ho trovato interessanti e geniali. Citazioni sull'arte, sull'amore, sull'amicizia, sulla riflessione e sul dolore. Potrei dirvene a centinaia, ma penso che non finirei mai questo blog - che sta già diventando infinito... - quindi evito e ve ne cito solo alcune.
"Se vuoi tradurre il mondo, devi usare i tuoi appetiti. Vi stupisce? Non dovrebbe. Non c'è niente di più umano della fame. Non c'è creazione senza talento, ve lo concedo, ma il talento è gramo. Il talento mendica. La fame è la spinta dell'arte."
"Inganniamo noi stessi così spesso che potremmo farne la nostra professione quotidiana."
"L'incidente mi aveva in fondo insegnato una cosa sola: l'unico modo per andare avanti è andare avanti. Dire lo posso fare anche quando sai che non puoi."
Sono bellissime, non trovate? Ce ne sono innumerevoli altre, ma fate prima a leggervi tutto il libro, fidatevi.
Regalo di mia madre dopo aver scoperto la mia insana passione per i libri di Stephen King ("Ma leggere di un elfo che salta no come le persone normali, no, eh?" [cit. mia sorella]), è stato
Blaze.
Questo libro è quello che sto attualmente leggendo. Devo dire che mi inquieta abbastanza, anche se in modo diverso rispetto a
Misery e
Duma Key - non per niente è opera di Richard Bachman (pseudonimo utilizzato dallo scrittore nei suoi primi romanzi). Staremo a vedere come andrà avanti; fino ad ora promette bene!
Ho visto la lunghezza del post, preferisco concluderlo qui per ora e inserire il genere comico/romantico dei miei libri nel prossimo, sennò nessuno leggerà mai un papiro simile.
Grazie a chiunque è arrivato fino a qui - per i due libri che ho inserito ma devo ancora leggere/finire di leggere, modificherò l'intervento non appena avrò portato a termine la loro lettura, con i miei dovuti pensieri.
Se conoscete queste saghe o questi libri o per lo meno gli autori, perché non mi dite la vostra?
Commentate qui dicendo se siete d'accordo o meno su quello che vi ho detto, se i vostri personaggi preferiti coincidono o meno con i miei, se avete domande, se avete letto altri libri degli stessi autori o se avete consigli su altri libri dello stesso genere che potrei procurarmi!
Al prossimo post con il mio secondo scaffale!