lunedì 14 novembre 2016

5 motivi per leggere Ombre sulla Pelle!

Quest'anno la casa editrice Centauria Libri ha dato avvio a una nuova collana, Talent, di cui fanno parte sei romanzi selezionati dalla piattaforma di EFP. Sono sei libri completamente diversi tra loro, che abbracciano i generi più disparati. Come molti di voi sanno, io sono una delle autrici che farà parte di questo progetto: il thriller scritto da me e da Sofia Guevara, Contaminati, vedrà le librerie giovedì.
Aspettando quindi il nostro momento, ho deciso di dedicare ogni lunedì a raccontarvi qualcosa degli altri cinque romanzi. Darò quindi i CINQUE MOTIVI PER LEGGERE per ognuno di loro, andando in ordine di uscita!

Francia, 1665, Corte del Re Sole, due donne. Questi sono gli elementi che costruiscono la base di Ombre sulla Pelle di Leila Awad, quinto Talent di Centauria Libri. Un romanzo storico, che intreccia la vita di due giovani donne e delle loro relazioni con quella della più raggiante corte francese e con un intrigo politico che ti lascia il fiato in sospeso. Il tutto mentre vediamo il progetto di Luigi XIV, Re Sole, diventare realtà: la costruzione di una reggia magniloquente: la spettacolare Versailles. (Qui la trama del libro, con scheda e altre informazioni.)
Re Sole, Maria Teresa, Enrichetta, Filippo d'Orléans... solo alcuni dei personaggi storici che fanno capolino in questo romanzo, regalando uno spaccato di vita alla corte francese descritto con minuzia e atmosfera, trasportando il lettore all'interno di quei legami in un gioco di luci e ombre che costruiscono un romanzo e dei personaggi che rimangono a scaldarti il cuore.
Non siete ancora convinti? Vediamo insieme perché Ombre sulla Pelle è uno di quei romanzi che non può mancare nella vostra libreria.

Cinque motivi per leggere Ombre sulla Pelle
 
Sofia Guevara si è superata: non pensate anche voi che quel font sia bellissimo e perfetto?
1. Per la luminosità di Martine e Lucrezia.
Protagoniste di Ombre sulla Pelle sono due ragazze, che non potrebbero essere più diverse tra loro. Abbiamo Martine, indipendente e ribelle, desiderosa di viaggiare e di vivere avventure che non possono essere vissute rimanendo al servigio di qualche dama, contraria alla Monarchia e insoddisfatta di una vita piatta; Lucrezia, d'altro canto, è una donna che si culla negli agi della vita di corte, ossessionata dalla sua bellezza, rigida, ferma, che tenta di non far trasparire troppo le sue emozioni attraverso le pagine, e segretamente innamorata di qualcuno che molto difficilmente potrà avere. E le va bene così.
Due protagoniste che non potrebbero essere più diverse e che non potrebbero essere più unite, inconsapevolmente. Il romanzo diventa un'ellisse, dove loro fanno i due fuochi che illuminano continuamente la scena, portandoti a conoscere meglio il punto di vista di una donna francese nel Seicento, vedendo le loro possibilità e le loro difficoltà e regalandoti, alla fine, l'orgoglio di essere riuscite laddove altri non avevano nemmeno tentato. Crescono tra le pagine e, più si intrecciano i loro destini, più diventano inseparabili. Sono le protagoniste perfette in un romanzo così pulito.

2. Per l'accuratezza dell'atmosfera storica.
Più volte durante il romanzo mi sono chiesta dove terminasse il riferimento storico vero e proprio e dove iniziasse l'ispirazione e la fantasia dell'autrice. Se un romanzo storico riesce a farti venire questi dubbi, secondo me, significa che è riuscito nel suo intento: cala completamente in quella vicenda e te la fa credere reale in tutti i suoi punti, quasi a chiedersi: ma questo dialogo è avvenuto realmente? Questa vicenda c'è stata, l'autrice l'ha letta da qualche parte? A cominciare dagli ambienti esterni descritti con naturalezza ma, a tratti, anche con poesia, per concludere con quei personaggi dotati di una personalità così forte da non poter essere soltanto fantasia, il romanzo crea un'atmosfera storica equilibrata, dosata, compatta. I personaggi si incastrano alla perfezione e così anche i luoghi che si vengono a incontrare e gli eventi che si susseguono uno dopo l'altro. Regalando una veridicità storica impareggiabile e appagante.

3. Perché ogni personaggio ha un'ombra...
Leggendo il libro si può avere l'impressione che il titolo faccia riferimento proprio a un'ombra visibile sulla pelle, una macchia... ma non è così. Non si tratta solo di un segno sulla pelle, tutto il romanzo e i legami tra i personaggi sono imperversati da ombre continue. C'è Filippo, che vive nella costante ombra del fratello Re di Francia, e c'è Maria Teresa che non può nemmeno competere con la bellezza di Enrichetta o di Lucrezia; c'è Martine che scopre un'ombra ben più grande della sua temuta Monarchia, e c'è Ivry che vive nell'ombra del ricordo del suo grande amore; c'è Alexandre che vive nell'ombra di essere solo un moschettiere - cosa che potrebbe compromettere il suo amore - e c'è Marc che è quasi oscurato dalla sua stessa Martine.
Ognuno di noi possiede un'ombra con cui fare i conti nella propria vita. Una gelosia, qualcosa che ci oscura e non ci fa apparire al primo posto. Magari nemmeno ci accorgiamo di averla, la subiamo solamente. L'incredibile capacità di Leila di saperle raccontare - a volte esplicitamente, altre volte facendocele solo intravedere tra riflessioni o dialoghi o gesti - ti fa sentire molto vicino a questi personaggi, ricreando una psicologia puntuale e adeguando ogni gesto e ogni considerazione in questo gioco di ombre, reso magistralmente.

4. ... e per ogni ombra c'è un Sole.
Ma esisterebbero le ombre senza un sole? No.
Per questo, mentre attraversiamo le pagine del romanzo e ci imbattiamo in queste continue ombre, non si possono fare a meno di notare invece quelle pagine così luminose da spezzare il fiato. Sono quelle in cui Luigi XIV ama Enrichetta, quelle in cui Enrichetta, pur amando Luigi, rimane accanto a suo marito Filippo. Sono quelle in cui Filippo riconosce di non poter stare senza Luigi, e Luigi senza Filippo. Sono quelle in cui l'amore di Lucrezia alla fine trionfa, quelle in cui ad Alexandre sono concessi dei rapidi baci o sospiri. Sono quelle in cui Martine incontra Badouin, e in cui Marc alla fine diventa un moschettino al servizio del Re. Sono quelle in cui Danielle dà fiducia a Martine, e Luigi XIV parla di Mazzarino. Ovviamente a fare da scena più luminosa, tra tutti, sono i momenti in cui spicca la magnificenza di Re Sole, un personaggio carismatico e dai grandi sogni, pieno di aspettative per il futuro della Francia, che vede raggiante e destinato a illuminare l'intera Europa. Non si può non rimanere abbagliati di fronte a queste personalità spiccanti e a queste relazioni così forti, nonostante tutto, che ti lasciano in qualche modo tramortito.
E alla fine capisci che sì, non ci sono ombre senza sole, ma non c'è nemmeno Sole senza ombre. 

5. Perché i fagiani si ubriacano!
E vabbè, ci ho pensato a quale potesse essere il quinto motivo, e non potevo non pensare alle sbronze. Tra quelle dei moschettini - che sono esilaranti - che attraversano alcune vicende del romanzo, mi è rimasto impresso il nome di un locale: Il fagiano ubriaco. Se i fagiani si possono ubriacare, in questo libro, non vedo veramente motivo per cui non dobbiate correre a comprarlo. Ora. Siete ancora qui?

Ombre sulla Pelle mi ha davvero conquistata. Mi dispiace, avrei potuto continuare volentieri a parlare di Filip del libro, perché anche qui i motivi per leggerlo potrebbero andare ben oltre cinque. Si tratta, davvero, di un romanzo scritto in maniera eccellente e che coinvolge in ogni pagina, facendoti provare la voglia di andare in Francia immediatamente. Anzi, ora vado a controllare gli aerei...

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lunedì 7 novembre 2016

5 motivi per leggere Clover!

Quest'anno la casa editrice Centauria Libri ha dato avvio a una nuova collana, Talent, di cui fanno parte sei romanzi selezionati dalla piattaforma di EFP. Sono sei libri completamente diversi tra loro, che abbracciano i generi più disparati. Come molti di voi sanno, io sono una delle autrici che farà parte di questo progetto: il thriller scritto da me e da Sofia Guevara, Contaminati, vedrà le librerie il mese prossimo.
Aspettando quindi il nostro momento, ho deciso di dedicare ogni lunedì a raccontarvi qualcosa degli altri cinque romanzi. Darò quindi i CINQUE MOTIVI PER LEGGERE per ognuno di loro, andando in ordine di uscita!

A Talent non poteva mancare un romanzo come Clover di Francesca Bufera: primo di una serie urban-fantasy, questo quarto titolo della collana è il più originale e sorprendente. Ci catapulta all'interno di una normale cittadina della California, per conoscere Christian, un ragazzo dolce e ingenuo, che si deve destreggiare con un potere per lui molto scomodo: ha la possibilità di vedere gli eventi catastrofici prima che questi accadano. E nell'assurdo tentativo di evitarli sarà accompagnato da tre ragazzi, innamorati a loro modo di lui, e tra cui è impossibile scegliere. (Qui la scheda del libro, con trama e dettagli.)
In un crescendo di tensione e tra personaggi completamente diversi tra loro, Francesca dà avvio a una storia imprevedibile e appassionante, ricca di atmosfera e di sorrisi, con l'insegnamento più grande: quello di accettarsi esattamente per ciò che si è.
Non siete ancora convinti di volerlo leggere? Fate male, MALISSIMO. Ma vediamo insieme cinque punti per cui Clover è una di quelle letture che si porta nel cuore per tutta la vita.


Cinque motivi per leggere Clover

Come sempre, Sofia Guevara è una bannerista (?) dolce e coccolosa.


1. Per l'animo puro e buono di Christian.
Christian è il protagonista di Clover ed è tutto l'opposto di come dovrebbe essere il main character di un fantasy: rifiuta fino a quando gli risulta possibile il suo potere. La sua ingenuita è simpatica e dolce, all'interno del libro, spesso si vorrebbe prenderlo a schiaffi per farlo reagire di più, per fargli prendere in mano la situazione una volta per tutte, ma non si può non amare proprio perché non lo fa. Christian è puro e buono, Christian è quel tipo di persona che è disposta a passare per pazzo pur di salvare qualcuno, a salire sopra un palco che sta prendendo fuoco, a gettarsi in mezzo alla mischia. 
Christian corre per salvare il mondo, rifiutando assurdamente di far parte alla più grande battaglia che vorrebbe proprio salvare gli umani. Potrebbe non fare nulla, potrebbe alzare le spalle e non dire niente - tanto è stato ferito da quel mondo che non ci vuole avere più niente a che fare, vorrebbe solo essere normale - ma alla fine il suo animo buono prevale su tutto in ogni situazione e mette davanti a sé la vita e la serenità di qualsiasi altra persona. In un modo talmente puro e poco eroico che ti viene solo voglia di abbracciarlo. E quando finisci il romanzo, ne vuoi ancora, di lui.

2. Per le mille sfaccettature dei personaggi.
Vi piacciono i belli e tenebrosi, poco raccomandabili? Oppure quelli freddi come un cubetto di ghiaccio, ma che dentro ardono di passione? O quelli dolci e rassicuranti, i porti sicuri? O, meglio ancora, l'amico un po' pazzo che fa dell'ironia la sua arma di conquista? In Clover ce ne sono davvero tanti, di personaggi, e per tutti i gusti.
La cosa più bella è stato leggere di loro e trovarli puntualmente caratterizzati, inconfondibili, senza che mai si mescolassero o rischiassero di diventare copie l'uno dell'altro. La loro personalità è studiata, conforme al personaggio, e non si discosta mai, nemmeno nelle situazioni in cui sarebbe stato semplice accadesse. Una profondità e prospettiva psicologica che Francesca ha gestito in modo ammirevole e che è solo da elogiare per come ti fa sentire immerso in un mondo sempre più reale.

3. Perché la solitudine non è mai la soluzione.
A Christian non piace essere quello che è: umano, ma con un quarto di sangue di spirito. Non lo sopporta proprio, vorrebbe ignorare quella parte di sé che non lo rende come tutti gli altri. Perché, diciamocelo, chi potrebbe mai credere al suo potere? Prevedere i disastri del futuro non è un dettaglio che la persone comuni sono disposte a comprendere. Per questo si isola. Per questo Christian ha scelto, per tutta la vita, la solitudine. Sbagliando.
«Per tutta la vita aveva fatto voto di non cercare stampelle nel prossimo, perché significava solo fare carico dei suoi problemi a qualcun altro. Magari doveva solo tenere fede a questo patto con se stesso.»
All'interno di questo romanzo, si ribalta questa prospettiva: Christian sta meglio quando può contare su qualcun altro, tutto ciò che fa gli riesce meglio, funziona meglio. Stare con Will, Tyler e Harry gli fa accettare quello che è, gli fa smettere di sentirsi uno sbaglio. Dimostrando che isolarsi perché non si è come tutti gli altri non è mai la soluzione.

4. Per l'originalità dei Raspidi e della trama.
L'ho già detto: il punto forte di Clover è senza dubbio l'originalità. Nella grande offerta degli urban-fantasy, questo volume spicca sia per la tematica slash, sia per il mondo con cui si viene a contatto. Gli Spiriti Raspidi che incontriamo nel romanzo sono delle creature nuove e interessanti, come mai ne ho personalmente viste. Traggono energia dalle pulsazioni umane, specialmente dall'attrazione sessuale, e questo rende il romanzo interessantissimo anche dal punto di vista delle relazioni dei personaggi, lascinadoti alla fine del libro con tante - troppe - domande su cosa sia reale e cosa no. 
Non voglio ovviamente dare spoiler di sorta, quindi mi fermo qui, ma sappiate che è spiazzante e frizzante, qualcosa di nuovo e indimenticabile. E se vi interessa sapere qualcosa di più sui Raspidi, vi rimando a questa tappa del blogtour dove Francesca parla approfonditamente delle sue ispirazioni.

5. Per i deliziosi cereali!
Certe cose ti entrano dentro e non ti lasciano più. Una di queste sono i cereali: il cibo preferito di Christian. E non sto scherzando. La scena al supermercato in cui cerca quelli della sua marca preferita è esilarante e ti rimane nel cuore con un sorriso! Oltre a far venire voglia di mangiare cereali a colazione, pranzo e cena. E merenda, perché no.



Trovare i cinque motivi per leggere Clover è stato difficile. Non perché non riuscissi a trovarne cinque, ma perché cinque sono veramente pochi. Avrei potuto continuare a lungo a parlare di questo romanzo, perché è una perla rara che merita di essere conosciuta, letta, adorata. Vi assicuro che bramerete il secondo volume come poco altro avete desiderato nella vostra vita!
Ah, Harry è mio. Giusto per mettere le cose in chiaro.
Correte a comprarlo, su su! E fatemi sapere quanto anche voi lo avete amato e se avreste scelto altri motivi per leggerlo. 

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